Formazione professionale specifica e poi l’inserimento in aziende del territorio. Un percorso possibile grazie a Terragiusta, il progetto promosso da Medici per i Diritti Umani (MEDU), associazione che da sei anni lavora nella zona, fornendo assistenza sanitaria di base e orientamento socio-legale e sanitario ai migranti. Attraverso la collaborazione con alcuni partner, come la Cooperativa Sociale Vibosalus di Ionadi (Vibo Valentia) e l’associazione A Buon Diritto di Roma, ma anche il sostegno dell’Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria e l’Associazione Apicoltori Produttori Calabresi, è stato possibile replicare su piccola scala e in un contesto particolarmente delicato e difficile il modello che Cambalache sta portando avanti dal 2015 ad Alessandria e in altri territori italiani.
Malik nella sua terra lavorava come saldatore, ma viene da una famiglia di contadini, conosce bene il lavoro in agricoltura e le api non gli fanno paura. È sposato e ha un figlio, il suo sogno è portarli a vivere con sé in Italia. “Con lui – racconta Raffaele Denami, titolare di Mellisape – è stato feeling fin da subito, gli abbiamo trovato una casa in paese, ad appena 200 metri dall’azienda. È una persona gioviale, rispettosa, ha vissuto in Libia e poi qualche anno fa è arrivato in Sicilia e dà lì ha iniziato a girare l’Italia, dal Piemonte alla Calabria per la raccolta stagionale della frutta e della verdura. Quasi sicuramente riusciremo a tenerlo con noi una volta terminato il tirocinio, con un contratto, anche perché al di là dei 1.000 alveari, con cui portiamo avanti la produzione di miele almeno fino a ottobre grazie al clima calabrese, abbiamo gli ulivi e di lavoro c’è n’è molto anche in inverno. Ormai è parte della nostra famiglia e speriamo che presto riesca a portare qui anche la sua”.
Avere l’opportunità di entrare a fare parte di un progetto come questo non significa solo lavoro. Significa inclusione, possibilità di avere un alloggio, in azienda o in un luogo vicino, significa avere a che fare con realtà che hanno firmato una carta etica per il rispetto dei diritti del lavoratore, prevista dal progetto Bee My Job ed elaborata assieme all’UNHCR – Agenzia ONU per i Rifugiati, che da due anni sostiene il progetto. E poi la possibilità di un futuro grazie a un’assunzione. Poter pensare di costruirsi una vita, per persone che fino a pochi mesi fa vivevano in una situazione ai limiti dell’umano. E che sia con il miele di acacia, di tiglio o il millefiori che nasce all’apiario urbano di Alessandria, oppure con il profumato miele di agrumi o eucalipto delle terre calabresi, si parla degli stessi diritti e della stesse speranze. Per un futuro di lavoro e dignità.
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