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La Guinea Conakry, un pezzo di Cambalache

La Repubblica di Guinea, nota anche come Guinea Conakry, è uno Stato dell’Africa Occidentale.

Dominato da vari regni africani, il paese divenne uno dei punti nevralgici della tratta degli schiavi, che lo spopolò. Divenuta colonia francese nel 1890, la Guinea ha raggiunto l’indipendenza per consultazione referendaria nel 1958; la Guinea votò per la sua piena indipendenza il 28 settembre 1958. Il paese divenne ufficialmente indipendente il 2 ottobre dello stesso anno: il periodo coloniale si era quindi concluso.

La popolazione guineana conta al 2009 poco più di 10 milioni di abitanti. La mortalità infantile è altissima, miete 90 vittime ogni 1.000 nati vivi. Questo dato è in lento miglioramento, ma riflette una situazione sanitaria molto grave. La popolazione è in continua crescita ed è in gran parte rurale: a parte Conakry le città non sono molto abitate. Gli abitanti del paese si concentrano soprattutto nella regione delle foreste, dove sono affluiti molti rifugiati dalla Sierra Leone, dalla Costa d’Avorio e dalla Liberia durante le guerre civili in questi paesi. La popolazione comprende 24 gruppi etnici. I più diffusi sono i Fula, che formano il 40% della popolazione ; il secondo gruppo è quello dei Mandinka, che costituisce il 30% degli abitanti del territorio.

L’istruzione deve fare molti passi avanti: al 2005 l’analfabetismo tocca il 59% dei guineani. La situazione sanitaria sembra però migliorata dall’Iniziativa di Bamako, nel 1987, che ha portato un miglioramento dei principali indicatori sanitari. Ma un grave problema è rappresentato dall’Aids, alla cui diffusione concorre anche la poligamia.

Per ciò che riguarda la religione, i musulmani rappresentano l’85%, i cristiani il 10%, mentre il restante 5% è costituito da credenze tradizionali.

La lingua ufficiale è il francese, ma sono largamente diffuse le lingue locali, appartenenti alle diverse etnie che abitano il territorio: Fula, Maninka, Susu e Wolof sono gli idiomi locali tra i più parlati. Modesta la diffusione dell’arabo, favorita dall’influenza che l’Islam ha in Guinea.

La Guinea è una repubblica presidenziale.

L’agricoltura impiega oltre il 70% della popolazione attiva e contribuisce alla formazione di un quarto del prodotto interno lordo. I programmi di sviluppo del governo agiscono soprattutto in questo apparato economico, ancora oggi basilare per la crescita dell’economia. Le colture più importanti sono quelle alimentari: risomais, sorgo, maniocapatate.  Il settore primario si basa anche sull’allevamento, praticato in massima parte nella Guinea centrale. La produzione industriale è in lenta crescita, perché soffre della mancanza di manodopera adeguatamente qualificata, molte aziende sono gestite da capitali stranieri misti. Gli stabilimenti presenti nel paese sono dediti alla lavorazione dei prodotti agricoli e del legname.

In base al Rapporto Annuale di Amnesty International del 2013, in occasione delle elezioni legislative che dal 2012 sono state rinviate nel 2013, le forze di sicurezza si sono rese responsabili di violazioni dei diritti umani come uso eccessivo della forza ed esecuzioni extragiudiziali, torture e altri maltrattamenti. Durante tutto l’anno, le marce di protesta organizzate dall’opposizione, compresa l’Unione delle forze democratiche della Guinea (Union des forces démocratiques de Guinée – Ufdg), sono state represse dalle forze di sicurezza, che hanno ucciso almeno otto persone. A maggio, sono proseguite a Conakry le proteste organizzate dall’Ufdg per chiedere elezioni legislative libere e trasparenti.

Numerose le restrizioni imposte alla libertà di espressione e di stampa e gli attacchi a determinati giornalisti. Ad esempio, in agosto, le autorità della regione sudorientale N’Zerekore hanno chiuso la stazione radiofonica Liberté Fm, a quanto pare per impedirle di coprire la cronaca delle proteste in programma il giorno successivo.

L’inchiesta relativa al massacro nel grande stadio di Conakry nel settembre 2008, iniziata nel febbraio 2010, ha fatto alcuni passi avanti. A febbraio e poi di nuovo a settembre, diverse persone, compresi funzionari pubblici, sono state incriminate a Conakry per violazioni dei diritti umani e per il loro presunto ruolo nel massacro. Ad aprile e maggio, quattro persone hanno sporto due denunce distinte presso un tribunale di Conakry in merito a torture avvenute nel 2011 e 2012. Queste riguardavano due episodi in cui gendarmi avevano impiegato la tortura al fine di estorcere confessioni durante un interrogatorio. Sette gendarmi, implicati nelle torture, a fine anno non erano stati ancora processati. Una delle vittime era morta a causa delle ferite e un’altra era rimasta gravemente ferita.

Fonti: Wikipedia, Rapporto 2013 Amnesty International

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