Categorie: News Percorsi di inclusione

 Terragiusta, progetto Medu in Calabria contro la schiavitù: sulle orme del modello Bee My Job 

Partire dal proprio Paese con il sogno di un futuro migliore e trovarsi schiavi, lontani da casa, senza diritti, senza via d’uscita. È la condizione in cui molti migranti vivono nella Piana di Gioia Tauro, in Calabria. In migliaia ogni anno arrivano per la raccolta degli agrumi, sfruttati e costretti a vivere in condizioni disumane. Drammatico lo scenario degli ultimi mesi, dove almeno tre giovani hanno perso la vita a causa di roghi che hanno avvolto la tendopoli di San Ferdinando. Fuoco per cercare un po’ di calore là dove neanche in pieno inverno è garantita una forma di tutela igienico sanitaria. Fuoco che porta la morte, proprio come il lavoro schiavizzante.

Ma c’è chi prova a percorrere sentieri diversi. E – come già avvenuto in altri contesti in questi anni – una strada si apre grazie al settore del miele, sulle orme dell’esperienza di Bee My Job. È il progetto Terragiusta, rivolto ai migranti che vivono nella Piana di Gioia Tauro e promosso dalla onlus Medici per i Diritti Umani (Medu), che ormai da diversi anni opera nella zona, fornendo assistenza sanitaria (solo nelle stagioni 2016-2017 e 2017-2018 il team di Medu ha assistito 1.388 migranti provenienti per la gran parte dall’Africa subsahariana occidentale). Un progetto che si rinnova ma che quest’anno mira ad adottare una strategia di intervento ancora più integrata, favorendo e promuovendo percorsi di inclusione lavorativa e abitativa dei migranti che vivono nel territorio calabrese.

Le attività sono iniziate da pochi giorni, con il percorso di formazione, prima teorica e poi in azienda (compreso un modulo di sicurezza sul lavoro), a cui faranno seguito quattro mesi di tirocinio per sei migranti in realtà apistiche del territorio. L’obiettivo è offrire alle persone coinvolte l’opportunità di acquisire competenze professionali che facilitino l’inserimento lavorativo e sociale. E il modello Bee My Job, in questo senso fa scuola. Cambalache è infatti tra i partner di Terragiusta per il 2019, assieme alla Cooperativa Vibosalus di Vibo Valentia e all’associazione A Buon Diritto di Roma. Il progetto viene realizzato con il supporto dell’Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria (Unirc) e l’Associazione Apicoltori Produttori Calabresi (Aprocal).

Lo scorso anno Bee My Job era già sbarcato in Calabria, grazie alla replica in via sperimentale a Lamezia Terme, con il sostegno dell’UNHCR – Agenzia ONU per i Rifugiati e la collaborazione con la Comunità Progetto Sud. In questa nuova occasione si tratta di un progetto autonomo, ma che prende la mosse dal modello ormai riconosciuto e validato come best practise replicabile in nuovi contesti.
(foto Valentina DeGregorio)

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